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FINANZA/ La lezione dell’Egitto per i “sovranisti” italiani
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La Bce ha segnalato che la crescita economica nella zona euro presenta un brusco rallentamento ed è perciò pronta “a riprendere una politica di intervento in linea con l’impegno ad adottare un approccio simmetrico nel perseguimento dell’obiettivo di inflazione”. Tuttavia non riesce a comprendere che essa stessa rappresenta la principale causa di instabilità dell’area, proprio in funzione della sua politica usurocratica. Detta politica, infatti, avviene in un contesto di emissione monetaria a debito senza alcun sistema compensativo, bensì caratterizzata da trasferimenti impliciti a favore dei Paesi più forti che, lungi dal rafforzarsi, ne rendono fragili le fondamenta, come i recenti dati andamentali della Germania dimostrano.
Nel contempo, in Italia è in corso una crisi di governo, dove nessuna forza politica, proprio nessuna, è disposta a esplicitare le sue linee di intervento in campo economico-monetario perché incapaci di formulare valide proposte risolutive.
Quello che è certo è che all’Italia fa male continuare a marciare in un contesto europeo che ha alla base della sua politica monetaria la pratica dell’usura. La maggioranza degli italiani non se ne accorge, abituata ai correttivi non più in vigore da quando si è abbandonata la lira e il sistema bancario è stato privatizzato e trasferito nella proprietà di soggetti stranieri. L’usura praticata in questo contesto di Europa è quella che viene condannata dalle tre religioni monoteiste, compreso cioè il cristianesimo. Invero, la rivoluzione terminologica che ancora è in corso e pubblicizzata dai media induce molte persone in errore, perciò occorre chiarire perché questa Europa intende attribuire dei significati negativi a qualunque termine che non approvi il suo operato. Infatti, il rappresentante dello Stato Vaticano si è schierato contro il sovranismo, inteso forse pari al nazionalismo del secolo scorso, e quindi in un certo senso a favore di questa Europa che, non solo nega i valori cristiani non negoziabili, ma pone il liberismo economico e l’usura come valori da anteporre a qualunque altro obiettivo.
È facile, per chi non abbia conoscenze nOmismatiche (da scrivere con la O maiuscola), non farsi comprendere. Devo aggiungere che, oltre a favorire l’usura – così come definita dalle religioni sopra menzionate – la Bce la pratica in maniera diversificata nei Paesi partecipanti all’euro, imponendo di fatto condizioni più favorevoli o meno penalizzanti agli Stati ricchi rispetto a quelli maggiormente indebitati. Tuttavia, come ho già detto, questo vantaggio differenziale non riesce a favorire i primi rispetto ai secondi, come dimostrano i dati deludenti della Germania, ma certamente impoveriscono irrimediabilmente nazioni come la Grecia e l’Italia.
Forse quello che ho ribadito non è sufficiente a far comprendere le positività del sovranismo ai lettori, perciò ritengo utile riportare un’esperienza abbastanza recente di sovranismo. Nella politica programmatica di sviluppo demografico ed economico, l’Egitto aveva deliberato un piano faraonico di investimenti pubblici che includeva il raddoppio del canale di Suez e l’espansione abitativa lungo il mar Rosso. Prontamente il Fmi si era dichiarato disponibile a finanziare l’intero progetto, pare anche intervenendo nell’acquisizione di rilevanti quote di partecipazione al capitale delle società coinvolte nelle iniziative. Il Governo egiziano preferì fare da solo applicando le regole del sovranismo; ora si ritrova nella condizione che gli utili rivenienti dall’aumento dei transiti sul canale e dalle altre nuove attività rimangono nel proprio territorio, anziché impoverire la popolazione, come invece avviene in Italia. Capìta la lezione? Oppure ci stiamo a preoccupare che il venir meno dei facili guadagni legati all’usura possano far scoppiare dei focolai di guerriglia, così come avvenuto pure in Egitto?
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